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La ricevuta per un affitto breve: cosa è, a cosa serve e quando emetterla

 

Sempre più proprietari di immobili decidono di mettere a reddito la propria proprietà, utilizzando una delle tipologie che il panorama dell’ospitalità extra alberghiera mette a disposizione.

Uno degli aspetti più delicati e forse spinosi e quello fiscale e in generale tutta la parte che ha a che fare con la burocrazia che c’è dietro l’apertura e la gestione di una struttura extra alberghiera.

In linea generale come abbiamo già detto in un altro articolo che riguarda la normativa fiscale di una casa vacanza, la distinzione da fare subito è se la nostra attività ha carattere di occasionalità oppure viene svolta in modo imprenditoriale.

Il fisco italiano, richiede semplicemente nel primo caso che venga rilasciata una ricevuta semplice, su richiesta del locatario. Tale documento certifica la somma versata, i giorni di permanenza e l’intestazione sia dell’ospite sia della struttura.  È possibile, anche creare dei modelli dove vengono riportati o stampati in automatico le informazioni generali da riportare in ogni ricevuta nei campi precompilati.

Il fisco considera l’ospite come un cliente personale del proprietario ma non si tratta di un documento fiscale come può essere una fattura nel caso ovviamente non siamo in presenta di una attività imprenditoriale.

I blocchetti delle ricevute semplici possono essere comprati da Buffetti, in una cartoleria, sono documenti standard.

La ricevuta deve essere rilasciata qualora venga richiesta dal cliente, secondo il DPR n. 663/72 che stabilisce che la emissione della ricevuta non sia obbligatoria se siamo in presenza di attività occasionale o non professionale. L’obbligatorietà scatta nel caso avvenga un pagamento attraverso i contanti, in questo caso la ricevuta funge da quietanza di ricezione dell’ammontare pattuito.

Molti lavoratori, imprenditori o professionisti possono averne bisogno per la presentazione al proprio commercialista per dedurre una parte del costo o per eventuali rimborsi da parte di datori di lavoro o di assicurazioni.

Inoltre, il Decreto Legge n. 50/2017 che contiene la disciplina della locazione breve, enuncia la non necessità di un contratto scritto tra le parti per locazioni inferiori ai 30 giorni. Superato tale periodo, il contratto andrà stipulato in forma scritta, sottoscritto, registrato presso l’A.d.E. e andranno pagate imposta di registro.

 Come si compila la ricevuta per gli affitti brevi

Una ricevuta semplice non fiscale è un modulo con dei dati relativi alla struttura e i dati relativi al soggiorno e all’ospite. È un’operazione molto semplice ma alcuni accorgimenti vanno tenuti in considerazione.

Molti proprietari alle prime armi, hanno qualche dubbio su cosa scrivere come importo nella ricevuta, nel momento in cui si avvalgono di Ota, cioè portali di promozione delle strutture come Airbnb, booking..

La somma registrata sulla ricevuta deve contenere l’importo netto più eventuali tasse e commissioni fatturate al titolare dell’attività più eventuali somme richieste per pulizie o servizi aggiuntivi.

Nella ricevuta originale che va data al cliente, va apposta una marca da bollo di 2 euro per cifre totali superiori a 77, 47 euro.

Quali informazioni deve contenere una ricevuta per affitto breve?

Necessari sono altri elementi come il numero progressivo della ricevuta, i dati del locatore incluso indirizzo e codice fiscale, i dati dell’ospite locatario, le date del soggiorno, il numero ospiti e l’indirizzo della struttura

Inoltre dovranno essere incluse, nella parte sottostante:

l’importo di un eventuale deposito di sicurezza, la tassa di soggiorno riscossa, i costi aggiuntivi per servizi accessori, il metodo di pagamento utilizzato, l’importo complessivo lordo, la firma del proprietario, e riportare se viene effettuato il pagamento: “Ricevuta di Pagamento Pagata” oppure se non viene ancora effettuato il pagamento: “Da Pagare”.

La ricevuta dev’essere emessa in duplice coppia. Il documento originale va consegnato all’ospite, mentre una copia va conservata e presentata al proprio commercialista per la dichiarazione dei redditi. Ogni documento va tenuto per 10 anni.

È possibile rilasciare una “ricevuta correttiva” qualora si presentassero errori riscontrati anche in un secondo momento nella ricevuta originale. In questo caso la ricevuta correttiva annulla e sostituisce la prima.

 

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